Sul colle Celio sorge la chiesa di Santa Maria in Domnica, molto probabilmente costruita sui resti di una caserma dei vigili del fuoco, utilizzata dai cristiani per radunarsi. Da dove derivi il nome domnica non è certo, forse dal nome di Ciriaca oppure dai praedia dominica, aree di pertinenza imperiale sul cui territorio si edificò la chiesa.

Un primo oratorio venne fondato nel VII sec. e sarà papa Pasquale I (817-824) a conferire all’edificio l’aspetto attuale con la suddivisione in tre navate, con colonne di spoglio, terminanti con tre absidi. Al suo pontificato è datato il mosaico absidale realizzato all’indomani del secondo concilio di Nicea dell’787, in cui si deliberava sul culto delle immagini, osteggiato dagli iconoclasti.

Interno chiesa di Santa Maria in Domnica, Roma

Al centro della composizione la Vergine Maria, assisa in trono, è affiancata da angeli, ai suoi piedi papa Pasquale I. Sull’arco absidale Cristo in una mandorla circondato dagli Apostoli, mentre in basso ai lati Mosè ed Elia.

Importanti lavori avvennero con il cardinale Giovanni de’ Medici, futuro papa Leone X(1513-1514), che si occupò del rifacimento della facciata, ma anche della realizzazione del fregio che corre all’interno della chiesa con leoni, richiamo al nome che scelse salendo sul soglio di Pietro, e anelli con diamanti, emblema del casato Medici. A Lazzaro Baldi vennero commissionate le tre scene con protagonisti i Santi Lorenzo e Ciriaca presenti sotto il mosaico absidale.

Al cardinale Ferdinando de’ Medici si deve invece il soffitto a lacunari, realizzato nel 1565-1566, per sostituire quello di papa Leone X, ormai fatiscente.

All’inizio del XVIII sec. furono aperte le finestre della navata centrale, mentre gli affreschi a motivo floreale, con scritte che riproducono alcune litanie alla Vergine Maria sono della seconda metà del XIX sec.

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